La tavola rotonda riguarda il tema della prescrizione dei crediti di lavoro.
Con la sentenza del 6 settembre 2022 n. 26246, la Cassazione ha stabilito che “il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come modulato per effetto della legge 92 del 2012 (c.d. “Fornero”) e del d.lgs. 23/2015 (c.d. “Jobs Act”) mancando dei presupposti di predeterminazione delle fattispecie di risoluzione e di una loro tutela adeguata, non è assistito da un regime di stabilità reale”.
La reintegrazione non si configura più come unica conseguenza predeterminata dell’illegittimità del recesso datoriale.
Consegue che la prescrizione dei crediti di lavoro è sospesa in pendenza di rapporto, anche nelle imprese con numero di dipendenti superiore a quindici, assoggettate all’applicazione del novellato art. 18 dello St. Lav. o dell’art. 3 del D.lgs. 23/2015, a seconda della data di costituzione del rapporto di lavoro, nei casi di licenziamento configurato come illegittimo.
La prescrizione, in tali casi, decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro, secondo i principi a suo tempo stabiliti dalla sentenza della Consulta del 10 giugno 1966 n. 63, che ha dichiarato l’incostituzionalità degli artt. 2948, n. 4, 2955, n. 2 e 2956, n. 1, del C.C., limitatamente alle parti che consentono il decorso della prescrizione dei crediti di lavoro durante il rapporto.
Per l’effetto, non risultano assoggettati a prescrizione i diritti relativi a crediti di lavoro che, alla data di entrata in vigore delle legge 92/2012 (luglio 2012) non fossero già estinti in applicazione di tale istituto.
Alla stregua del termine di prescrizione estintiva quinquennale applicabile alle relative pretese, risultano rivendicabili i crediti maturati dal luglio 2007.
È evidente che l’intera politica di gestione aziendale viene ad essere investita dagli effetti della decisione e chiamata ad adempimenti non previsti, sia sotto il profilo della conservazione degli atti e dei documenti relativi all’organizzazione del lavoro e delle relative modalità esecutive, sia sotto il profilo dell’adeguatezza delle strutture operative, rispetto alla necessità di fornire la prova contraria rispetto ad eventuali rivendicazioni, che, con il decorso del tempo, riguarderanno fatti storicamente risalenti.
Il tema è di attuale interesse per l’impresa e , nel contempo, anche per i lavoratori, ed è meritevole dell’approfondimento cui il convegno organizzato intende offrire spunti di riflessione e possibili soluzioni.
L’Ordine degli Avvocati di Roma ha attribuito all’evento tre crediti formativi
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